Naturalista, erudito e storico latino. Le notizie intorno alla sua vita sono
giunte a noi grazie al nipote Plinio il Giovane, che gli dedicò quattro
delle sue
Epistole, e alla biografia di Svetonio.
P.
ricoprì varie cariche militari sotto Vespasiano e Tito; come comandante
della flotta tirrenica stanziata a Miseno morì durante l'eruzione del
Vesuvio, mentre portava aiuto alla popolazione e osservava il fenomeno da
vicino. La morte fu descritta da Plinio il Giovane nella celebre lettera
indirizzata a Tacito. Il nipote lo ritrasse come un uomo dedito allo studio e
interessato all'osservazione dei fenomeni naturali, su cui prendeva
incessantemente appunti. Della vastissima produzione di
P. rimane solo la
Naturalis historia, una vasta enciclopedia scientifica in 37 libri che
tratta di cosmografia, astronomia, geografia, antropologia, zoologia, botanica,
mineralogia e arti figurative. Il primo libro, quasi sicuramente composto dal
nipote, contiene il sommario dell'opera e l'elenco delle fonti. Pubblicata nel
77 d.C., con una dedica a Tito, la
Naturalis historia rivela l'intento
erudito di illustrare in ogni minima parte i molteplici aspetti della natura.
Sebbene talora priva di originalità ed esattezza scientifica, l'opera
conserva un alto valore antiquario e documentario, ed ebbe vasta eco nei secoli
successivi, particolarmente nel Rinascimento. Le altre opere di
P., tutte
perdute, sono elencate in ordine cronologico dal nipote: 1 libro
De
iaculatione equestri, sull'arte di tirare da cavallo; 2 libri
De vita
Pomponii Secundi, poeta tragico suo amico; 20 libri di storia
Bellorum
Germaniae;
Studiosi libri tres, manuale sulla formazione
dell'oratore; 8 libri
Dubii sermonis, sulle questioni di pronuncia e
morfologia; 31 libri di storia imperiale dal punto in cui si era interrotta la
narrazione di Aufidio Basso (
A fine Aufidii Bassi) (Como 23 - Stabia,
Napoli 79).